L’Italia vince cantando. Di G. Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

mina-selfie-maulucciL’Italia ha vinto con l’Inghilterra. Ancora una volta esultiamo non solo per la magnifica affermazione, ma anche perché abbiamo veramente bisogno di una “purga” rinfrescante dopo tutto il malloppo di lordure che ci travolge. ”La palla è rotonda” canta Mina, ma anche di gomma (dura), come l’Italia stessa. Che non si smuove salvo che il benemerito Renzi non sferri una energica zampata all’itala gomma. Prima di proseguire nelle nostre esplorazioni politico-scandalistiche, approfittando del nirvana calcistico, ci concediamo una vacanza intellettuale con una icona assolutamente italiana, Mina, ad ascoltare la quale capiamo sempre di più che noi siamo davvero  il paese della musica, del melodramma per antonomasia  (San Remo non c’entra), ma capiamo anche che questo paese -i politici- non ha ancora capito che la finzione e la cartapesta appartengono al teatro, quello vero. Nella realtà il melodramma sortisce effetti ora patetici ora inauditi. Ne riparliamo a proposito di certi scandali nostrani. Intanto “ecco a voi…Mina!”

Di lei tutto è stato detto, di tutto abbiamo detto, scritto, parlato  (trasmissione radio libera, tanti anni fa). Riteniamo di avere almeno l’80% dei suoi dischi, dalle origini in poi. Nell’ ultimo decennio ha cominciato a ripetersi pur sempre con l’arte e la vocalità insuperabili che continuano a contraddistinguerla.

La scuola dei somari. Di Giorgio Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

Beata_ignoranza_GelminiSiamo gli ultimi in graduatoria, non c’è da stupirsi. Nella graduatoria dei popoli civili, ovviamente anche nella scuola. Dove  i somari non sono gli alunni e neppure gli insegnanti benché, nella media,  “difettosi” come il sistema li vuole. Somari sono stati –e sono ancora- i politici e uomini di governo. Con loro quasi tutti i ministri della Pubblica Istruzione (M.P.I.), berlusconianamente neonominato MIUR (con subdola  soppressione di “pubblica”). Ironia della sorte: le riforme più concrete la nostra scuola le ha fatte sulle sigle e denominazioni!  Tra i più somari e deleteri dei ministri rimarrà la Gelmini, in assoluto la peggiore della storia, che ha spazzato via demenzialmente le positive innovazioni introdotte con/dalle sperimentazioni (la più seria ed efficace quella concertata dalla commissione presieduta da B.Brocca) e  l’autonomia. Preceduta dalla Moratti, a confronto persona intelligente ma del tutto estranea alla cosa scolastica. Scuola e cultura in Italia hanno sempre sofferto di incuria o approssimazione. Noi italiani “discendenti” di Enea (Latium vetus), depositari della grande tradizione dell’Umanesimo e Rinascimento (anche dell’Illuminismo, prevalentemente lombardo), a partire dal ‘700 siamo stati sopravanzati dalla Germania, che si proclamò ed affermò come la nuova Atene. “ E la giovane aquila a voce alta / chiamò Germania: <Sei tu la Prescelta, / o tutta amore, e diventi forte /perché portassi una pesante gioia>” (Hoelderlin, Germanien). Signora della filologia classica e del pensiero filosofico. E oggi non ci rimane che guardare con rabbia a quanti, politici e non, blaterano spudoratamente (fregandosene) del nostro patrimonio artistico come il più prezioso  al mondo; dei presunti interventi circa la tutela e salvaguardia di esso etc. Per favore, un po’ di ritegno.

Dalla Rai… alla Kai. Di G. Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

Continuano le interessanti analisi di Giorgio Maulucci.

Maestro_Manzi_Rai“In principio fu l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), gloriosa e vivificante, discreta e intelligente, dispensatrice di informazioni e cultura. Poi ci fu la RAI (Radio Audizioni Italia) indi Radio-Televisione Italiana, che introdusse una nuova epoca e segnò per gli italiani il passaggio dalla scuola “elementare” alla scuola “media”, una crescita culturale e artistica dovuta a produzioni indimenticabili: alfabetizzazione (Non è mai troppo tardi), prosa, varietà, inchieste, reportage, film cult etc. La radio comunque proseguiva indisturbata nella sua opera divulgativa e artistico-culturale aggiornando i programmi, evolvendosi al passo con i tempi. Insomma, una “scuola elementare” riformata a dovere, divenuta adulta a tutti gli effetti. Alla base di questo quadro d’autore, è il caso di dire, c’era la DC con pregi e difetti, evidentemente con buon discernimento. Quando finalmente arrivò il centrosinistra, un nuovo canale -la terza rete-  si configurò subito come polo culturale per eccellenza. Che cosa è stato di quell’età dell’oro? Lo stesso declino seguito all’età augustea e cioè la decadenza inevitabile ed inarrestabile, fino al tempo presente in cui l’antico impero RAI-TV è stato inquinato, eroso dal nuovo impero berlusconiano.

Quel Dario fu…Fo. Di Giorgio Maulucci

Pubblicato da Giorgio Maulucci. In Dai blogger, News

dario_foGiorgio Maulucci e il suo pensiero, diventato ormai un classico del blog.

“Non sono pochi quelli della mia generazione (settantenni) che hanno amato, condiviso e seguito Dario Fo non solo come attore, ma anche come obbligato punto di riferimento per i “rivoluzionari” di allora. I suoi spettacoli (La Comune) erano lezioni di politica, vitamine ideologiche e culturali. Anche per i non estremisti come noi che guardavamo con circospezione a certo extraparlamentarismo snob; che solidarizzavamo con la classe operaia purtroppo mai ascesa in paradiso (il film di E. Petri). Che cosa è stato “Mistero Buffo”? Un capolavoro di architettura mentale e teatrale. Il disvelamento dell’antiletteratura, la traccia cioè per leggere-insegnare la letteratura innervandola nel sociale, nel politico e, finalmente, nella realtà viva. Per non parlare delle commedie (sul caso  Pinelli, Valpreda, la polizia e altro) dal taglio impeccabile della denuncia, della satira corrosiva e spietata. Giocava d’effetto, lui, sicuro della sua arte di comico sapientemente costruita sulla tradizione giullaresca e la Commedia dell’Arte. Uno Zanni ineguagliabile che sprizzava intelligenza e cultura, che scagliava battute “all’improvviso” con la simultaneità di fuochi d’artificio; improvvisazione la sua sempre d’autore e mai casuale (come in quella Commedia).

Ansa

SKY TG24

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