Posts Tagged ‘visto da fuori’

#VISTODAFUORI Accordo sul clima, Trump e l’impatto sull’Italia

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

donald-trump-climaIl primo Giugno il Presidente Trump ha annunciato che gli Stati Uniti non faranno più parte dell’accordo di Parigi sul clima, creando non poco scalpore visto che si parla del più importante trattato per la lotta al riscaldamento globale ed alle emissioni di anidride carbonica. Personalmete trovo questo momento storico di vitale importanza sia dal punto di vista ambientale che per quello salutare, per le persone che popolano il nostro Pianeta ma sopratutto per quelli che lo popoleranno. Ecco riassunto in pochi punti cosa prevede il trattato firmato a Dicembre 2015 da 195 Paesi, (praticamente quasi tutti, restano fuori solo Siria e Nicaragua) ed entrato in vigore a Novembre 2016:

Non è un paese per “fossili”

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

combustibili_fossiliL’inizio dell’era Trump ha segnato un duro colpo per la green economy: la cancellazione delle restrizioni sulle emissioni, varate dall’amministrazione Obama, e la frenata sugli accordi di Parigi riportano indietro di un secolo le leggi sulla protezione ambientale degli Stati Uniti. La volontà del nuovo presidente è quella di rilanciare l’economia basandosi su energie “fossili”, ovvero derivanti da petrolio e carbonio, senza imporre nessun vincolo sul loro utilizzo.

Mentre dall’altra parte dell’oceano la situazione sembra drammatica, in Europa e soprattutto in Italia la green economy risulta essere un settore in forte espansione.

Attualmente nel nostro paese ben oltre il 30% dell’energia elettrica prodotta deriva da fonti rinnovabili, mentre se consideriamo tutto il fabbisogno energetico siamo oltre il 17%, obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2020 e già raggiunto 3 anni fa.

#VistoDaFuori JOBS ACT PASSO NELLA GIUSTA DIREZIONE

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In Dai blogger

Prosegue #VistoDaFuori, la sezione del mio sito che ho deciso di dedicare a quei ragazzi che sono partiti da Latina e che ora vivono in altri luoghi del Paese o molto più spesso del mondo. Dopo il primo spunto di riflessione che ci ha dato Giulio da Bratislava Renzi, le primarie e l’Europa oggi è la volta di Salvatore che vive in Danimarca e che ha scelto un tema molto delicato, quello del lavoro e del JOBS ACT.

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-Ciao a tutti, mi chiamo Salvatore De Angelis e ho 28 anni. Laureato all’Università “La Sapienza” in Ingegneria Meccanica (triennale) e “Ingeria delle Nanotecnologie” (magistrale), sono attualmente alla fine di un progetto di  dottorato in Danimarca (DTU) sull’accumulo e l’utilizzo efficiente di energie rinnovabili. Per lavoro ho viaggiato in Europa e negli Stati Uniti dove ho trascorso 3 mesi nei pressi di Chicago alla NorthWestern Univeristy per un periodo di ricerca all’estero. 

Perché scrivere su questo blog? Perché in fondo l’Italia, soprattutto vista da fuori, non è poi così male e fa piacere dare un piccolo contributo offrendo un punto di vista dall’esterno.-

“Il futuro prima o poi torna”. Questo lo slogan di un Matteo Renzi al ritorno sulla scena mediatica e politica dopo la cocente sconfitta del 4 dicembre. In quell’ossimoro, la voglia di non fermarsi nel percorso di riforme necessarie all’Italia per affrontare al meglio le sfide del nostro tempo. Tra queste sfide, una su tutte, lavoro e disoccupazione. La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, ha radici complesse che risiedono negli effetti di una crisi lunga e logorante, nella competizione delle economie emergenti e nella progressiva scomparsa di professioni tradizionali. A questo scenario si aggiunge l’estrema rigidità del mercato del lavoro italiano, caratterizzato da un lato da contratti intoccabili e dall’altro da tutele inesistenti per molti giovani che si affacciano al primo impiego. Eppure, senza andare troppo lontano, ci sono paesi in cui il futuro è già tornato e forse già rappresenta il passato. La Danimarca, paese in cui vivo, si distingue per livelli di disoccupazione tra i più bassi di Europa. Come ci sono riusciti? Certamente puntando su ricerca e qualità dei prodotti ma anche creando un sistema di regole del lavoro moderne e dinamiche. La chiamano “Flexicurity”: in linea di massima, a parte eccezioni, tutti hanno un contratto stabile ma flessibile, senza tutele eccessive. In compenso, la mobilità è garantita grazie a generosi sussidi di disoccupazione e politiche attive di reintegro. Il “jobs act”, con il contratto a tutele crescenti e il riordino della selva dei contratti atipici, rappresenta un piccolo passo in questa direzione. Un piccolo “pezzo” di futuro di cui l’Italia ha disperatamente bisogno. Per questo, ancora una volta, mi sento di sostenere Matteo Renzi e il PD, come unici interpreti credibili di un rinnovamento difficile ma possibile.  Tante le riforme e le sfide da affrontare. La più difficile? Non fermarsi al risultato del 4 dicembre e avere il coraggio di cambiare veramente le cose.

 

Ansa

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