Se dici si

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. in News

volantino_basta un siHo deciso di pubblicare di seguito uno stralcio della E-News del Presidente del Consiglio riferita al referendum costituzionale di ottobre perché non mi piace come si sta procedendo alla discussione su una tematica così importante. Un quesito sulla Costituzione non può essere banalizzato a un giudizio su un governo o peggio ancora su un uomo. Di seguito si vuole allora entrare, se pur brevemente, nel merito della vicenda referendaria, spiegando cosa succede se la riforma dovesse essere confermata, quindi se dovesse vincere il SI.
“In molti hanno collegato il referendum britannico a quello italiano di ottobre.
Accusano me di voler personalizzare perché loro sono preoccupati che in Italia si affermi il principio sacrosanto che chi perde va a casa. Loro sono preoccupati – anche personalmente – dalla impressionante diminuzione di poltrone. Loro sono preoccupati del fatto che non ci sarà più spazio per giochi di palazzo. Chi scommette sul fallimento ha tutto da guadagnare dall’ingovernabilità e dalla palude.
Ma a quelli che in buona fede temono che io “personalizzi” il referendum e mi scrivono preoccupati, voglio chiedere una mano: volete che non sia un referendum su di me? Ok. Datemi una mano. Mettetevi in gioco voi. Spiegate a tutti i vostri amici di cosa si parla quando si parla di referendum. Raccontate la verità sul referendum. Perché la verità è fondamentale. Basta dire la verità e vinceremo questo referendum: la verità è più forte delle bugie, sempre.
Fateci caso: 
  • Se vince il Sì, la fiducia al Governo sarà data solo dalla Camera e dunque sarà più semplice governare. Se vince il No, resterà tutto come adesso: praticamente unici in tutto il mondo a dare due fiducie in due camere diverse.
  • Se vince il Sì, il numero dei parlamentari passerà da 945 a 630, più 100 senatori senza indennità in rappresentanza dei territori. Se vince il No, resterà tutto come adesso: il parlamento più numeroso e costoso del pianeta
  • Se vince il Sì, per fare una legge non ci sarà bisogno del tradizionale ping pong tra Camera e Senato, ma ci saranno tempi e procedure più snelle. Se vince il no, resterà tutto come adesso.
  • Se vince il Sì, i consiglieri regionali non potranno guadagnare più di un sindaco e saranno cancellati i rimborsi ai gruppi regionali. Se vince il No, resterà tutto come adesso.
  • Se vince il Sì, le Regioni dovranno smettere di fare promozioni turistiche all’estero o legiferare in modo diverso l’una dall’altra sui trasporti o sulle regole ambientali, ma ci saranno regole uguali per tutte, più semplici per i cittadini. Se vince il No, resterà tutto come adesso.
  • Se vince il Sì, elimineremo enti inutili come il CNEL – previsto in Costituzione – e cancelleremo definitivamente i politici dalle province, con una riduzione di 2.500 poltrone. Se vince il No, resterà tutto come adesso.
  • Se vince il Sì, sarà più basso il quorum per i referendum e si potranno fare referendum propositivi. Se vince il no resterà tutto come adesso.

Chi è preoccupato per il sistema delle garanzie (i cosiddetti pesi e contrappesi) sappia che il sistema di controllo non cambia in nessun caso e che anzi – in caso di vittoria dei sì – vengono attribuiti più poteri di controllo alle opposizioni.

Non sarà la riforma più bella del mondo. Ma è giusta, utile e funziona. Assicura stabilità all’Italia. Riduce il numero dei politici ma aumenta il valore della politica. Questa riforma nasce dal basso e vincerà se riusciremo ad arrivare nelle case di tutti gli italiani: perché i professionisti della politica sicuramente non gradiranno questo cambiamento”.
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