EURES: “Latina provincia più a rischio per criminalità violenta”

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. in Uncategorized

Il rapporto dell’EURES ricerche economiche e sociali, scatta per il 2012 una fotografia preoccupante della nostra città, che viene testualmente citata come la “provincia più a rischio per criminalità violenta nel Lazio”. Andando a snocciolare meglio i dati però si legge che in realtà sono calate le denunce di reati dell’1%. Allora perché se calano le denunce si presuppone invece che la nostra città sia quella con il più alto rischio in relazione alla criminalità? È presto detto: il calo delle denunce deve essere letto come una crescente sfiducia nel sistema di protezione e giustizia per le vittime. Non è di certo un caso che Libera, l’associazione contro le mafie per eccellenza, abbia deciso di festeggiare a Borgo Sabotino la sua giornata nazionale. È un po’ come quando si legge che diminuisce il tasso di disoccupazione perché ci sono meno iscritti nelle liste di collocamento. Quello è in realtà il segnale che le persone sono a un punto tale di sfiducia che pensano che registrarsi a quegli uffici per trovare un lavoro sia solamente tempo perso, e che spesso hanno deciso di andare in un’altra parte d’Italia, o più frequentemente di Europa, per avere maggiori possibilità di realizzazione. Tutti questi dati diventano ancor più inquietanti se li vediamo in relazione a quelli pubblicati poche settimane fa sul Sole24ore, che ci dimostrano come Latina sia scesa ancora (e non era facile) nella classifica della qualità della vita, con giudizi negativi su servizi, cultura e sicurezza che ci fanno scivolare all’ottantatreesimo posto nella classifica nazionale delle province d’Italia. Se poi parliamo della qualità dell’ambiente scendiamo ancora, fino a fermarci alla posizione novanta su 106. Eppure questa amministrazione va avanti e non se ne cura, continuando la discesa inarrestabile iniziata ormai da anni. Doveva essere la giunta della nuova destra, quella della discontinuità rispetto a Zaccheo. Ad oggi questa inversione di tendenza resta solo nelle parole di una campagna elettorale terminata ormai più di due anni e mezzo fa.

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