Jobs Act. Ecco la prima bozza

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In News

Parte A – Il Sistema

  1. 1.  Energia. Il dislivello tra aziende italiane e europee è insostenibile e pesa sulla produttività. Il primo segnale è ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di più (Interventi dell’Autorità di Garanzia, riduzione degli incentivi cosiddetti interrompibili).
  2. 2.  Tasse. Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di più, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende. Segnale di equità oltre che concreto aiuto a chi investe.
  3. 3.  Revisione della spesa. Vincolo di ogni risparmio di spesa corrente che arriverà dalla revisione della spesa alla corrispettiva riduzione fiscale sul reddito da lavoro.
  4. 4.  Azioni dell’agenda digitale. Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
  5. 5.  Eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici. 
  6. 6.  Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico è a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali.
  7. 7.  Burocrazia. Intervento di semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell’Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo.
  8. 8.  Adozione dell’obbligo di trasparenza: amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato.

Parte B – I nuovi posti di lavoro Per ognuno di questi sette settori, il JobsAct conterrà un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro. a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo. b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers) c) ICT d) Green Economy e) Nuovo Welfare f) Edilizia g) Manifattura

Parte C – Le regole

  1. Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero.
  2. Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.

III. Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.

IV. Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.

V.  Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.

VI. Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende.

Su questi spunti, nei prossimi giorni, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l’idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilità di denari. Ma non investe perché ha paura, perché è bloccato, perché non ha certezze.

Noi vogliamo dire che l’Italia può ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini (matteo@matteorenzi.it). Poi redigeremo il vero e proprio Jobs Act.

Ancora un flop dalla maggioranza sull’ambiente

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In News

“Come sempre solo demagogia da parte della maggioranza per quanto riguarda la stesura del nuovo PEF della latina ambiente”. Sono queste le parole con il quale il consigliere PD, Alessandro Cozzolino, bolla gli intenti della maggioranza di approvare il nuovo PEF della società che si occupa della gestione dei rifiuti in tempi brevi. “Abbiamo dato la nostra disponibilità a discutere il nuovo piano economico e finanziario nel modo più veloce possibile, sono state convocate dalla maggioranza 7 commissioni ambiente in 11 giorni. In nessuna di queste si è iniziata una seria discussione per la stesura del nuovo PEF che indichi chiaramente la visione della maggioranza, ogni volta con scuse e motivi diversi. L’idea di approvare il documento entro Natale è così tramontata e non certo per ostruzionismo da parte del Partito Democratico, che ben conscio delle situazioni in cui versa Latina è sempre stato presente e propositivo. La realtà è che manca un progetto, un’idea da chi amministra questa città, che nel frattempo è sempre più sporca e abbandonata a se stessa.” Cozzolino ribadisce anche come “questa amministrazione non impara dagli errori del passato. Nel 2013 il PEF, che é un documento programmatico, è stato approvato con enorme ritardo, quando di fatto oltre 10 mesi di gestione del servizio erano già stati espletati. Questo significa rinunciare a programmare e limitarsi a lavorare giorno per giorno. Non è più tollerabile. Come sempre però il centrodestra che governa il nostro comune è campione di annunci ai quali non da seguito. Ci avevano detto che entro Natale avremmo discusso e approvato il nuovo PEF almeno in commissione. Non si è di fatto neanche iniziato a parlarne. Tutto questo non ci stupisce, visto i precedenti: annuncio del sistema degli ecopunti, annuncio della raccolta gratuita degli oli usati, annuncio di riduzione delle bollette, annuncio di aumento della raccolta differenziata, annuncio della riqualificazione dell’area dell’ex isola ecologica di Latina scalo… Sempre e solo annunci, ai quali poi non è stato dato seguito. Questa – conclude Cozzolino – è solo l’ultima delle tante promesse non mantenute. Il nostro comune è invaso da rifiuti nelle strade, le bollette sono esorbitanti e la maggioranza è latitante”.

Consiglio Comunale 23 e 27 dicembre

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In News

Si comunica che il Consiglio Comunale è convocato ai sensi e per gli effetti dell’art.39 del D.Lgs. n.267/2000 e dell’art.14, comma 3 dello Statuto Comunale, nei giorni:

- lunedì 23 dicembre 2013, alle ore 9.00  (sessione straordinaria e prima convocazione)

- venerdì 27 dicembre 2013, alle ore 14.00 (seconda convocazione)

per la trattazione dell’ OdG allegato.

Le sedute sono pubbliche ed avranno luogo presso la Sala delle adunanze cosiliari, nella Casa Comunale in piazza del Popolo n.1

convocazione-consiglio-ODG-23-27-XII-2013.pdf

Musei: visitatori in calo a Latina. il PD esorta ad investire sulla cultura

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. In News

Cala la fruizione, cala il personale, diminuiscono gli investimenti: è il segno meno a caratterizzare il sistema museale di Latina. È emerso oggi nella riunione della Commissione Cultura, incontro nel corso del quale gli uffici preposti hanno descritto l’andamento delle attività del sistema museale comunale.

A Latina si contano quattro musei: la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea, il museo della Medaglia, il museo Cambellotti e l’Antiquarium Procoio. Tutti e quattro hanno perso nel giro di tre anni più di duemila visitatori. «L’andamento degli ingressi – denunciano Omar Sarubbo e Alessandro Cozzolino, consiglieri del Pd e membri della Commissione Cultura – ci consegna un dato negativo e prevedibile, ovvero un significativo calo delle visite: nel 2011, nei quattro musei della città, ci sono stati 12.346 visitatori. Nel 2012 erano 11.073 e nel 2013 sono stati 10.160, la maggior parte dei quali sono studenti delle scuole locali. Inoltre – aggiungono i due democratici – il personale impiegato è passato dalle 9 unità del 2011 alle 7 del 2012 fino alle 5 di quest’anno».

Per i due consiglieri i dati sono inequivocabili e parlano di un settore nel quale l’amministrazione comunale non sta investendo a dovere. A determinare questo stato di cose sono l’assenza di un assessore alla cultura, la diminuzione del personale, la mancanza di risorse dedicate e di una strategia di investimento. «Come Pd – sottolineano Sarubbo e Cozzolino – crediamo si debba invece investire di più in un settore che, se ben organizzato, oltre a produrre cultura può autoremunerarsi o rappresentare una fonte di guadagno per il Comune».

Per rilanciare la cultura in città i due consiglieri ritengono necessario «aumentare il personale, produrre una comunicazione istituzionale adeguata, rivolgersi a direzioni scientifiche di alto livello (guardando in primo luogo alle eccellenze residenti nel territorio), vincolare parte degli introiti derivanti dagli ingressi all’organizzazione di mostre e all’acquisto o affitto di opere importanti, presentare progetti di qualità alla Regione Lazio, al Governo e all’Unione Europea, costruire una rete di collaborazione con i musei della provincia e del resto del Paese». In particolare, si dovrebbe investire nella promozione del polo archeologico di Satricum, che da toppo tempo attende l’apertura del museo e che può rappresentare il vero gioiello culturale del capoluogo arrivando a raccogliere visitatori da tutto il mondo.

 «L’amministrazione è in grande ritardo in materia di politiche culturali – ribadiscono i due consiglieri Pd – Il settore è particolare e vuole programmazione e qualità, non può essere abbandonato alla buona volontà e alle preziose competenze di soli cinque dipendenti impiegati o a proposte estemporanee. Non bastano iniziative sulla storia della bonifica o sull’architettura razionalista per attirare turisti e visitatori. In Italia – suggeriscono Sarubbo e Cozzolino – ci sono esempi di buone pratiche cui far riferimento e da cui prendere spunto: città medio-piccole come Carpi, Trento o Mantova hanno fatto del loro sistema museale un fiore all’occhiello al quale guarda un pubblico internazionale e che rappresenta un’entrata economica cruciale per il bilancio comunale».

Ansa

SKY TG24

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