A Latina era mafia

Pubblicato da Alessandro Cozzolino. in News

DIANel pomeriggio di ieri (14 luglio) è stata emessa dal tribunale una sentenza storica per Latina, quella del processo Alba Pontina. Storica perché per la prima volta è confermata l’associazione di stampo mafiossul nostro territorio comunale. Questo fatto ha portato a pene ben più severe per i condannati: Armando Lallà Di Silvio è stato condannato a 24 anni e 2 mesi di reclusione, 15 anni e 3 mesi per la moglie Sabina De Rosa, e ancora 4 anni per Arcieri, 5 anni e 4 mesi per Genoveffa Sara Di Silvio, 3 anni e 3 mesi Francesca De Rosa, 2 anni e 7 mesi Giulia Di Silvio, 6 anni e 4 mesi per Angela Di Silvio e 3 anni e 7 mesi Tiziano Cesari.  Latina sta pian piano eliminando le tante tossine degli anni precedenti ed è bene che questo percorso di legalità e giustizia non si interrompa. Questa sentenza dice una volta per tutte che c’era un male profondo e ben radicato, che aveva una strutturazione e organizzazione mafiosa, e che quindi era ben più grave e preoccupante di come qualcuno cercava di descrivere sminuendolo.  I cittadini di Latina, che per primi hanno avuto la forza di reagire e ribellarsi a questo sistema devono vedere con favore questa sentenza, perché solo riconoscendo e dando un nome chiaro ai problemi questi poi riescono ad essere affrontati e risolti. Il Tribunale ha anche riconosciuto al Comune di Latina, che insieme alla Regione Lazio si era costituito parte civile, un risarcimento di 40mila euro. Questa somma venga utilizzata per progetti che mirano all’educazione alla legalità delle giovani generazioni. È lì che investendo in cultura e conoscenza si può deve far crescere una società sana e con solidi principi morali.

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